Allattamento al seno, sviluppo dei denti, salute orale: una questione di equilibrio
Quale relazione c’è tra allattamento al seno, sviluppo dei denti e salute orale? Le correlazioni tra questi elementi sono molto profonde e – se gestite con equilibrio – assolutamente benefiche per il bambino (e anche per la madre). Come sempre, però, si tratta di una questione di equilibrio: un corretto approccio all’allattamento porta infatti numerosi benefici alla salute del neonato, contribuendo al suo sviluppo fisico e psicologico. Tuttavia, quando si parla di allattamento prolungato, emergono tra le altre cose problematiche relative a effetti sullo sviluppo orale, in particolare sui denti.
Si tratta di una questione complessa, in cui non c’è uniformità di vedute e che tende pertanto a confondere anche i genitori, che non sanno bene come comportarsi: vedremo come la strada migliore sia quella della consapevolezza che porta a non eccedere in una direzione o nell’altra, ma andiamo con ordine e iniziamo a vedere vantaggi e svantaggi dell’allattamento al seno nelle diverse fasce d’età.

Allattamento al seno: i vantaggi per lo sviluppo di denti e bocca del bambino
Partiamo dalle note positive dell’allattamento al seno, che è un tassello importante dello sviluppo dei denti e in generale della bocca del bambino: vediamo nel dettaglio quali sono i vantaggi.

Sviluppo della Muscolatura Orale
Nei primi mesi di vita l’allattamento al seno stimola la corretta crescita e lo sviluppo della muscolatura orale del bambino. Durante l'allattamento, il neonato deve compiere movimenti complessi con la lingua e le labbra: azioni che lo aiutano a sviluppare i muscoli e favoriscono una corretta evoluzione dell'apparato masticatorio, che è fondamentale per la crescita sana dei denti.
Il processo di suzione che si attiva nell’allattamento al seno è infatti molto diverso rispetto a quello che avviene durante l'alimentazione con il biberon. Quando il bambino succhia dal seno, la lingua compie un movimento che esercita una pressione sulla parte superiore della bocca, stimolando l’allineamento e il corretto sviluppo del palato e della mascella. Questo movimento naturale può contribuire a evitare problemi legati a malocclusioni.
Promozione di una corretta posizione dei denti
L'allattamento al seno nei primi mesi dalla nascita, grazie ai movimenti specifici che il bambino deve fare per succhiare il latte materno, contribuisce a un corretto posizionamento dei denti. La suzione al seno stimola il giusto allineamento della mascella superiore e inferiore, evitando potenziali problemi di malocclusione o di crescita irregolare dei denti che potrebbero verificarsi in caso di uso prolungato del biberon o di ciuccio.
Protezione contro le Carie
Sempre parlando dei primi mesi di vita del bimbo, l’allattamento al seno non favorisce lo sviluppo della carie, a meno che il bambino non continui a succhiare latte materno prima di addormentarsi senza che sia prevista una corretta igiene orale. Infatti il latte materno ha un pH che tende a bilanciarsi rapidamente nella bocca del neonato e la presenza di anticorpi naturali aiuta a prevenire le infezioni orali. Inoltre, l'allattamento al seno stimola la produzione di saliva, che è fondamentale per la protezione dei denti e per la prevenzione della carie.
Svantaggi dell'allattamento prolungato al seno in relazione alla salute orale
Se, come abbiamo visto, nei primi mesi di vita del piccolo l’allattamento al seno presenta molti vantaggi, con il passare dei mesi la situazione cambia radicalmente e quelli che prima erano dei punti di forza rischiano di trasformarsi in fattori di rischio da non sottovalutare.
Allattamento prolungato al seno e rischio di malocclusioni
Abbiamo detto come nei primi mesi l’allattamento al seno costituisca un fattore importante per il corretto sviluppo della bocca e conseguentemente della dentatura del bambino. Al contrario, l’allattamento al seno prolungato, oltre il secondo anno di vita, può aumentare il rischio di malocclusioni, in particolare quando la suzione non avviene più per necessità nutritive, ma si trasforma in una questione di abitudine. Il rischio maggiore si corre quando il bambino continua ad allattare durante la notte, poiché la suzione prolungata e l’assenza di una corretta igiene orale possono portare alla formazione di carie.
Inoltre, se protratto a lungo l’allattamento porta a modificare la posizione della lingua nella deglutizione: in questo caso, si possono produrre l’insorgenza del cosiddetto “morso aperto” e la persistenza della deglutizione neonatale che si accompagna a malocclusioni dento-scheletriche. Tutte condizioni che portano a dover intervenire – nei tempi e nei modi opportuni – sul bambino per correggere ove possibile tali effetti, con i conseguenti disagi per il piccolo e spese per i genitori.
Uso del seno come comfort: il rischio di suzione non funzionale
Con il passare del tempo, si corre il rischio di instaurare un meccanismo che porta all’utilizzo del seno come mezzo di comfort, più che come fonte di nutrimento. Quando un bambino continua ad allattare oltre il primo anno, può infatti creare un’associazione tra il seno e il conforto emotivo, utilizzando la suzione per calmarsi o addormentarsi. Il bambino potrebbe di conseguenza sviluppare una suzione non funzionale, che potrebbe influire negativamente sulla crescita e sull'allineamento dei denti, in particolare se la suzione non è controllata. Questo tipo di suzione può alterare la normale postura dei denti superiori e inferiori, favorendo l’insorgenza di malformazioni o problemi di occlusione.
Allattamento prolungato al seno e rischio di carie
Molti pensano che le carie nei denti da latte non siano un problema o che addirittura non facciano male (invece provocano dolore esattamente come quelle degli adulti): entrambe convinzioni non veritiere, di cui parleremo in altre parti di questo magazine. Ecco perché è importante sottolineare come l’allattamento al seno prolungato e ancora di più quello notturno possono favorire l’insorgenza di carie, soprattutto se non si prevede un’adeguata igiene orale (difficile ma gestibile di giorno, molto meno di notte).
Durante il sonno, la produzione di saliva diminuisce e il latte materno può ristagnare nella bocca del bambino, creando un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri che possono attaccare lo smalto dei denti da latte. Questo fenomeno è meno evidente in bambini che non allattano durante la notte o che ricevono una pulizia adeguata dei denti dopo ogni pasto, ma rimane una preoccupazione valida nel caso di un allattamento prolungato.
Perché il latte può provocare le carie?
Per quanto siamo abituati a pensarlo come un alimento proteico, in realtà il latte contiene molti zuccheri: parliamo del lattosio, nome che tutti conosciamo, ma non sempre sappiamo ben collocare all’interno dei macronutrienti. Ebbene il lattosio è appunto uno zucchero e nel latte materno è presente in quantità significative: parliamo di 6,5-7g ogni 100 ml di latte, mentre ad esempio nel latte vaccino scendiamo a circa 4,8g/100ml. Si ritiene inoltre che le donne con maggiore produzione di latte – che quindi hanno maggiore probabilità di protrarre più a lungo l’allattamento – siano coloro il cui latte contiene maggiori quantità di zuccheri.
Una volta nella bocca, questi zuccheri si depositano sui denti, dove entrano in contatto con i batteri che costituiscono il biofim (una sorta di pellicola) della placca. I batteri iniziano a metabolizzare, potremmo dire cioè a digerire questi zuccheri, producendo degli acidi che demineralizzano lo smalto dei denti. Si formano così le carie, prima sui denti anteriori e poi su quelli posteriori: si parla di carie destruenti, cioè la forma più grave di carie, quella che richiederebbe di norma l’estrazione del dente, fonte di dolore e di infezioni.
Si tratta del fenomeno dell’Early Childhood Caries (ECC), in italiano Carie della Prima Infanzia, incurabile in uno studio odontoiatrico pediatrico in bambini sotto i 3 anni d’età: per capire la serietà della questione, basti pensare che si stima che in Italia ne soffra ben il 16% dei bimbi in questa fascia d’età.
Meglio preferire il biberon allora? Anche qui, bisogna fare dei distinguo: oltre la metà dei prodotti pensati per i bimbi contiene più di 5g/100ml di zuccheri, alcuni addirittura arrivano a superare i 7,5g/100ml. Quindi anche in questo caso, attenzione a ciò che si compra e soprattutto – sia che si opti per l’allattamento sia che si adotti il biberon – la scelta migliore è sempre quella dell’equilibrio.
Non eccedere né in una direzione né nell’altra, seguendo regole di buon senso, informandosi e curando sia dai primissimi mesi l’igiene orale del bambino è la strada migliore per evitare questi problemi.
Ritardo nell’inserimento degli alimenti solidi
Sebbene non sia direttamente correlato all’eruzione dei denti, anche il problema del ritardo dell’inserimento di cibi solidi nella dieta non è da sottovalutare. La fase dell’introduzione degli alimenti solidi, in modalità e quantità adeguate, è cruciale per lo sviluppo della muscolatura orale, la masticazione e la crescita dei denti permanenti. Inoltre, l'allattamento prolungato può interferire con l’assunzione di una dieta equilibrata, che potrebbe influire negativamente sulla salute generale, inclusa la salute dentale.
Riassumendo: come gestire allattamento al seno, sviluppo dei denti e salute orale?
In conclusione, possiamo dire che l’allattamento al seno è una pratica benefica per il bambino per tanti motivi, ivi compresi lo sviluppo dei denti e della bocca in generale e la salute orale. Sia dal punto di vista fisico sia da quello emotivo è dunque da sostenere e incoraggiare, ma come sempre si tratta di trovare il giusto equilibrio perché i vantaggi non si trasformino in svantaggi.
Per quanto riguarda l’impatto sull’apparato orale, i benefici dell’allattamento nei primi mesi di vita sono evidenti e comprendono un miglior sviluppo della muscolatura orale e una protezione naturale contro le carie. Tuttavia, quando l’allattamento prolungato si spinge oltre il secondo anno di vita, possono nascere problemi non da poco. Se si decide di continuare ad allattare, è importante monitorare la salute orale del bambino per prevenire potenziali svantaggi, come malocclusioni, carie e alterazioni nello sviluppo dei denti.

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Chi è la Dott.ssa Alessandra Tubiolo?
Il lavoro per e con i bambini come missione professionale: così prendono vita sorrisi belli e sani, fin dall’infanzia

Una volta si pensava che i denti dei bambini fossero di poca importanza e che a lavorare sulle bocche dei piccoli pazienti non si potesse fare danno, non più di tanto almeno. L’equazione denti da latte = poca importanza e poco danno era purtroppo prevalente: non l’ha mai pensata così però la dottoressa Alessandra Tubiolo, che anzi ha sempre sostenuto (e il tempo le ha dato ragione!) non solo l’importanza di agire quanto prima per curare e correggere le bocche dei piccoli pazienti, ma anche quella di avere un approccio corretto al bambino, alle sue paure e alle sue esigenze.
Una posizione forse dovuta anche ai professionisti con cui ha avuto modo di lavorare sin dall’inizio della sua carriera: laureatasi presso l’Università degli Studi di Milano con una specializzazione di Ortodonzia, fino al 1994 ha lavorato presso l’Ospedale San Raffaele, avviando nel contempo diverse consulenze e collaborazioni che l’hanno portata a comprendere e amare sempre più il lavoro per e con i bambini. Corsi di aggiornamento costanti e l’iscrizione alla Società Italiana di Ortodonzia e all’American Association of Orthodontists completano un curriculum tutto rivolto a questo campo.
Tanto che nel 1995 decide di aprire uno studio dedicato proprio ai piccoli pazienti nel cuore di Monza: non una realtà “per adulti” riadattata in chiave pediatrica, ma proprio un progetto dedicato solo a bambini e ragazzi fino all’adolescenza.